In ambito di architettura di rete, l’IPV6 è l’acronimo di Internet Protocol Versione 6, nato nel 1998 come evoluzione del protocollo internet versione 4 (IPV4) che rappresenta ancora oggi lo standard più utilizzato nelle comunicazioni LAN e WAN. Per capire l’evoluzione occorre tornare indietro nel 1981, anno in cui venne descritto l’RFC791 pubblicato dall’IETF.

Il protocollo internet versione 4 si colloca al vello 3 della pila ISO/OSI e si occupa dell’instradamento tra reti eterogenee permettendo di fatto la comunicazione a livello globale di tutti i device connessi ad internet.

Per poter comunicare in rete, ogni dispositivo deve utilizzare un proprio indirizzo IP, differente da tutti gli altri della rete, che sarà di tipo privato se appartenente ad una rete locale, o di tipo pubblico se sarà direttamente collegato alla rete Internet.

La principale differenza tra la versione 4 la versione 6 del protocollo IP è data dalla dimensione del proprio indirizzo:

  • nel caso di IPV4, abbiamo a disposizione 32 bit, quindi 2 elevato alla 32 (circa 4 miliardi di indirizzi differenti)
  • nel casi di IPV6, abbiamo a disposizione 128 bit, quindi 2 elevato alla 128 (circa 64 miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di indirizzi ip differenti)

A livello pratico nell’architettura di rete, la principale differenza è che un indirizzo IP versione 4 può essere comodamente rappresentato da 4 numeri di 8 bit, ad esempio, un comune indirizzi IP privato è 192.168.0.1 mentre un famoso indirizzo IP pubblico è 8.8.8.8, entrambi facilmente memorizzabili da una persona; un esempio di indirizzo IP versione 6 invece è 2001:0db8:85a3:0000:1319:8a2e:0370:7344, quindi difficilmente memorizzabile.

Proprio questa difficoltà operativa causata dalla elevata lunghezza dei nuovi indirizzi ha rallentato l’adozione di questo nuovo protocollo da parte dei tecnici nonostante la sua comparsa e formalizzazione sia avvenuta da più di 20 anni.

E per quanto potessero sembrare tanti nel 1981, i 4 miliardi di indirizzi IP sono ad oggi una risorsa terminata ed il 25 novembre del 2019, anche il RIPE, ente a capo dell’assegnazione degli indirizzi per Europa, Medio Oriente e Asia Centrale, ha dichiarato di aver terminato gli indirizzi IP a disposizione per nuove assegnazioni.

Nei prossimi anni vedremo quindi accelerare l’adozione del nuovo protocollo internet versione 6 soprattutto in ambito geografico e quindi occorrerà considerare fondamentale dotarsi di apparati di rete in grado di supportare efficacemente il nuovo standard.

Quando questa migrazione comincerà ad interessare la normale operatività, smeup sarà in grado di supportarvi in maniera sicura e trasparente in tutte le sue fasi, aggiornando l’architettura di rete della tua azienda.

Gianpiero Ciola
Offering Manager – SMEUP ICS
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Published On: Febbraio 17th, 2020 / Categories: Infrastruttura / Tags: , , /

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