Riprendiamo il nostro percorso gastronomico: è giunto il momento di entrare in cucina per vedere quello che bolle in pentola (per leggere la prima parte clicca qui: La distinta base: come diventare uno chef a dieci stelle).

Il legame di distinta o Bill of Material

Cos’è la distinta? È un grafo orientato: non è esattissimo dire, come spesso si sente, che è un albero. Un albero si apre sempre, i rami si “ramificano”. Nella distinta base invece si possono ricongiungere: lo zucchero si mette sia nella crema sia nel caffè (vi ho risparmiato questo ingrediente) e quindi, partendo dal dolce finale, viene raggiunto da due percorsi. Questo reticolo è, in matematica, un grafo. Si aggiunge che è orientato, in quanto i due sensi di percorrenza non sono simmetrici, come avviene in una carta stradale.  Non è proprio la stessa cosa andare dalla marmellata all’albicocca e viceversa.

Pagato il doveroso tributo alla teoria, proseguiamo con altre considerazioni di minor rilevanza.

La cellula del Bill of Material è il legame, che riporta due articoli, l’assieme e il componente. Suggerisco di evitare di chiamarli padre e figlio, dato che, mentre per gli informatici il padre è l’articolo in alto (quello che si ottiene) ed i figli sono quelli da cui si parte, per tutti gli altri, in senso biologico, i padri sono gli articoli di partenza, e i figli quelli che si ottengono (dalla crema al dolce finito). Con la nomenclatura che vi ho appena proposto (assieme e componente) si evita ogni equivoco.

Tutti quelli (chi non l’ha ancora fatto si affretti a colmare questa lacuna) che hanno imparato a memoria il libro “La ricchezza degli oggetti – Le idee” sono a conoscenza della nostra ossessione societaria per gli oggetti. Tra l’altro in un capitolo iniziale è descritto, a questo proposito, proprio l’esempio della distinta base.

Credevate che potevamo limitarci a trattare un legame tra due articoli? Non rientra tra le nostre abitudini accontentarci delle soluzioni più semplici; confidiamo che la complessità, più avanti, ci possa ripagare degli sforzi fatti, e dobbiamo constatare che spesso non rimaniamo delusi.

Il primo attributo di ogni legame è un codice, il tipo distinta, che a sua volta contiene la natura dei due oggetti successivi (l’assieme e il componente). In questo modo, oltre a legare due articoli (tra l’altro, variando il tipo distinta si possono ottenere, per lo stesso articolo, composizioni diverse), si possono trattare dipendenti di una società (descrivere organigrammi), o addirittura società (descrivere partecipazioni) o tutto quello che vi viene in mente. In più, l’assieme e il componente possono essere oggetti di tipo diverso: a questo punto non avete (quasi) più scuse.

Per condizionare l’ordinamento dei legami dello stesso assieme avete a disposizione due codici liberi: la sequenza-pre e la sequenza-post, che rispettivamente precedono e seguono il codice del componente. La sequenza-pre determina l’ordinamento in assoluto, la sequenza-post invece permette di inserire due legami a pari sequenza-pre e componente (qui metti un cucchiaino di zucchero e, dopo aver mescolato ben bene, mettine un altro.

L’informazione principale del legame è il coefficiente di impiego (o quantità di legame): quanto del componente, nella sua unità di misura, va utilizzato per ottenere una quantità unitaria dell’assieme (nella sua unità di misura): per un tiramisù per quattro persone (è un’unità di misura anche questa) servono quattro uova.

L’altra informazione importante è la fase in cui va utilizzato il componente: il mascarpone serve quando si mescola. Se non è impostata si assume che sia la prima: le uova servono subito.

Come manipolare un legame: la data e la configurazione

Un legame di distinta base contiene anche informazioni per la sua manipolazione.

Innanzitutto può contenere un intervallo di date in cui è valido. Se, ad esempio, vogliamo essere creativi senza rischiare troppo, fino al dieci gennaio dell’anno prossimo utilizziamo il mascarpone, dall’undici (finite le feste) proviamo ad utilizzare la ricotta (con cui, secondo gli esperti che ho consultato, pare sia più complicato ottenere una crema non troppo asprigna).

Nel precedente post relativo all’articolo, vi avevo descritto come la configurazione può estenderne gli attributi. Essa inoltre può agire sui legami, e lo fa in due modi: escludendoli o modificandoli (come farlo lo si imposta nel legame).

Il caso “classico” è di un assieme colorato, nel quale il colore è un attributo della configurazione. Supponiamo di dover selezionare il componente relativo al colorante da utilizzare.

L’esclusione avviene nel seguente modo. Codifichiamo, come componenti, tutti i coloranti possibili, e per ciascuno inseriamo un filtro che lo include se il suo colore corrisponde a quello della configurazione. Ad esempio, per il colorante rosso, impostiamo che sia valido solo se nel campo del colore della configurazione c’è il codice che corrisponde al rosso. È una soluzione simile al filtro di date, con l’estensione che il confronto può avvenire con un’espressione logica complicata a piacere (se il colore della scatola è rosso o verde o blu, si sceglie il tappo nero).

Nel caso di modifica non si seleziona il componente, ma se ne corregge il codice in base alla configurazione ricevuta, sempre utilizzando le regole impostate nel legame. Se, ad esempio, abbiamo inserito il componente VR00 (vernice neutra), e il terzo e quarto carattere individuano il colore (ad esempio 03 per il rosso), ricevendo il codice 03 nelle posizioni del colore della configurazione, viene modificato il componente in VR03 (vernice rossa).

La manipolazione del legame non è limitata al componente, ma può estendersi al coefficiente di impiego, ad esempio quando la quantità del colorante varia a seconda del colore.

Come ridurre lo stress da codifica

Qualcuno si starà iniziando a preoccupare per la gran mole di informazioni da inserire. Per tranquillizzarlo, gli ricordo che, sempre più spesso, gli archivi della distinta base sono alimentati da prodotti esterni di disegno tecnico e di gestione dati del prodotto (CAD e PDM).

C’è inoltre un metodo, interno al nostro sistema, che permette il risparmio di informazioni.

Abbiamo appena visto che, utilizzando la configurazione, siamo in grado di modificare la distinta base. (togliendo legami o variandone le informazioni).  Perché non farlo utilizzando direttamente gli attributi dell’articolo?  Tengo a precisare che, sebbene questa piccola idea mi sia venuta nel lontano 1984, non mi è stata suggerita dal Grande Fratello.

Inseriamo una distinta/Bill of Material che, in generale, va bene per una categoria omogenea di articoli, e la intestiamo ad uno di essi, a cui diamo il nome di gruppo distinta. Inseriamo questo codice nel campo apposito di anagrafica di tutti gli articoli che la condividono. In più, nei legami, inseriamo sia filtri di esclusione sia criteri di manipolazione che dipendono dagli attributi dei singoli articoli, che assumono quindi lo stesso ruolo della configurazione.

Come perdersi in un Bill of Material

La distinta è un reticolo: ci viene quindi la tentazione di perlustrarlo da cima a fondo. Lo possiamo fare in due modi: dagli assiemi ai componenti (in termini tecnici esplosione) o, all’inverso, dai componenti agli assiemi (in termini tecnici implosione). Tranquillizzo chi si è messo in preoccupazione per il primo termine, precisando che deriva dal concetto di “esploso”: un tipo di disegno tecnico che raffigura separatamente le varie parti che compongono l’assieme, come se fosse sul punto di “esplodere”. L’implosione prende invece questo nome in contrapposizione al precedente.

La distinta si può percorrere, in esplosione, in vari modi:

  • tecnica: vengono riportati tutti i legami al primo livello, così come sono stati inseriti, senza nessuna alterazione;
  • scalare: a differenza dell’esplosione tecnica non si ferma al primo livello, ma percorre tutta la distinta presente fino alle foglie;
  • di produzione: è la corrispondente della scansione tecnica con l’eccezione che vengono applicati i filtri e le manipolazioni del legame, oltre ad utilizzare la distinta di gruppo, se presente;
  • di produzione totale: a differenza dell’esplosione di produzione non si ferma al primo livello, ma percorre tutta la distinta presente fino alle foglie;
  • ai materiali di base: viene eseguita una scansione di produzione totale ma vengono presentate solo le foglie.

In tutte le precedenti scansioni un articolo viene riportato, separatamente, tutte le volte che è presente (sia nello stesso livello, sia in rami diversi, pensiamo allo zucchero). Se vogliamo invece sapere quanto zucchero ci vuole in totale, dobbiamo far ricorso ad una consultazione riepilogata, nella quale ogni componente è presente una sola volta, con la quantità totale ottenuta come somma. Tutti i modi di percorrere la distinta possono essere richiamati in modalità riepilogata: avremo dunque, ad esempio, un’esplosione riepilogata ai materiali di base, che, tra l’altro, è quella che ci serve per rispondere alla domanda sull’ zucchero che ci eravamo fatti.

Per le scansioni si devono fornire alcune informazioni: sempre la quantità che si vuole ottenere, con cui si calcola la quantità necessaria di ogni componente, per le scansioni di produzione si può impostare la data (se assente si assume la data odierna) e, se è il caso, la configurazione.

Nella prossima puntata si parla di ciclo di lavoro: come utilizzare gli ingredienti per ottenere un piatto non del tutto indigesto. La potete trovare qui: Il ciclo di lavorazione: come diventare uno chef a dieci stelle

Per ora non mi resta che augurarvi buon appetito.

Per approfondire il tema del ciclo di lavorazione clicca qui!

Guido Galdini
Specialista Sme.UP ERP – smeup

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