Il lockdown dovuto all’emergenza Coronavirus ci ha costretti, momentaneamente, ad abbandonare gli uffici per lavorare dalla propria abitazione. Se è vero che prima la maggior parte delle aziende italiane erano ancora restie all’avvicinarsi a questa nuova modalità lavorativa, oggi in molti ne sono entusiasti perchè in questo periodo hanno potuto apprezzarne i vantaggi in termini di efficienzaMolti lavoratori già affermano che vorrebbero proseguire con l’esperienza dello smart working anche quando si potrà di nuovo accedere ai locali aziendali. Che ne sarà, allora dei vecchi uffici? Smart working e ambienti di lavoro si escludono a vicenda?

La situazione prima del lockdown

Facciamo un passo indietro. Prima del lockdown, l’ufficio fisico aveva un ruolo centrale. Anzi, in tempi recenti molte aziende hanno rinnovato i propri ambienti di lavoro per renderli più funzionali e più agevoli, favorendo una fruizione più fluida degli spazi e prevedendo aree ad hoc per diverse attività. Molte imprese hanno inserito anche degli spazi verdi e aree comuni come ad esempio la cucina o spazi living dedicati a momenti di maggiore convivialità. Insomma, la qualità della sede lavorativa era ormai un vero e proprio benefit. Tutto ciò a discapito del digitale, che non aveva un grande peso prima di questa emergenza : gli strumenti digitali come le videoconferenze e lo smart working stesso erano considerati un ripiego all’impossibilità di recarsi fisicamente presso la sede lavorativa. Le stesse conference call avevano comunque una dimensione fisica, tant’è vero che molte aziende hanno dedicato negli uffici delle sale appositamente attrezzate con monitor, videocamera, microfoni. 

Torneremo in ufficio?

Oggi invece abbiamo capito che non solo le videoconferenze, ma la maggior parte del lavoro che svolgevamo in ufficio può invece essere svolta da remoto. Per questo motivo, difficilmente torneremo alla vita lavorativa di prima. Troppi sono i vantaggi dello smart working per abbandonarlo: ottimizzazione dei tempi e dei costi delle trasferte, ottimizzazione delle attività, maggiore collaborazione con colleghi anche lontani, più tempo da dedicare alle attività personali una volta terminato di lavorare, maggiore flessibilità di orari.

Inoltre, lo smart working non solo consente di risparmiare i costi degli spostamenti in auto da e verso le sedi lavorative o dei clienti, ma permetterebbe anche un risparmio sui costi delle sedi di lavoro stesse, che soprattutto per le aziende di piccole e medie dimensioni possono essere pesanti da sostenere, soprattutto a causa degli elevati costi di affitto, ma anche per le manutenzioni e tutti gli altri costi di gestione. 

E’ verosimile quindi che non si torni più in ufficio, a favore di una totale conversione allo smart working? 

In realtà, no. Perchè benchè gli strumenti di collaborazione digitale e di videoconferenza possano sopperire alle relazioni fisiche, non possono sostituirsi totalmente alle interazioni empatiche tra colleghi, con i propri responsabili, con i clienti. L’empatia è un elemento essenziale sia dal punto di vista professionale che personale, da cui non bisogna prescindere.

Altro aspetto importante da considerare è che non tutti dispongono di un ambiente casalingo adatto allo smart working: tecnologie, spazi, possibilità di isolarsi per lavorare in tranquillità sono ingredienti essenziali ma non scontati. 

Torneremo quindi in ufficio, anche se non tornerà tutto come prima: saremo in grado di sfruttare la possibilità di scegliere gli spazi (ufficio, casa, ambienti di coworking) in modo da svolgere ogni attività in maniera più efficiente, rincontrando i nostri colleghi di persona ed evitando invece incontri o trasferte inutili grazie all’utilizzo degli strumenti digitali.

 

Published On: Giugno 2nd, 2020 / Categories: News da smeup / Tags: , , , /

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