Lo smart working è stato uno dei temi caldi di questo periodo. Prima è stato l’ancora di salvezza per molte imprese che si sono ritrovate a fare i conti con il lockdown e l’esigenza di mantenere una continuità operativa.
In quel momento, è stato motivo di disorientamento per moltissimi lavoratori, che dall’oggi al domani hanno dovuto cambiare completamente le proprie abitudini lavorative e riorganizzare lo svolgimento di molte attività che prevedevano l’incontro fisico con clienti e colleghi.
In un secondo momento, il lavoro agile si è rivelato per i suoi grandi potenziali, dimostrando a tutti, ma soprattutto a tutte quelle aziende che erano diffidenti verso l’adozione dello smart working, che è una modalità lavorativa che non soltanto funziona, ma che sotto molti punti di vista è anche migliore e più efficiente rispetto alla cultura del lavoro a cui eravamo abituati in precedenza. Ma allora perchè smart working e nostalgia?

In questo periodo, molti lavoratori hanno apprezzato il fatto di lavorare da casa. Altri hanno dovuto trascorrere un momento di assestamento per riprogrammare le proprie abitudini, ma possiamo affermare che in molti hanno potuto valutare positivamente questa nuova modalità di lavorare. Ma adesso che sono trascorsi diversi mesi dal momento del lockdown e non tutte le aziende hanno riaperto le porte degli uffici, ecco che la nostalgia fa capolino sulla porta di casa.

Sì perché se è vero che abbiamo lavorato bene da casa e che abbiamo trovato delle alternative digitali per riproporre i momenti di convivialità con i colleghi, a molti la socialità di persona, vis-à-vis inizia a mancare.

 

Utility Bidder ha condotto un’indagine coinvolgendo oltre mille dipendenti del Regno Unito che durante il lockdown hanno dovuto abbandonare gli uffici per lavorare da casa. Secondo il sondaggio, nonostante il 47% degli intervistato abbia giudicato positivamente l’esperienza dello smart working, quasi due terzi dei dipendenti inglesi (62%) rimpiangono le chiacchiere con i colleghi e quasi la metà (45%) ha nostalgia della sua vecchia routine lavorativa.

 

Quindi, nonostante tutti i benefici tratti sia a livello personale che a livello lavorativo grazie allo smart working, che consente di ottimizzare la gestione del tempo e dedicare più ore ad altre attività ancora molti lavoratori continuano a sentire la mancanza del recarsi presso il proprio ufficio fisico. Come dimostra il sondaggio, 4 persone su 10 vorrebbero tornare a lavorare in un ambiente di lavoro professionale. E, anche se le conference call  hanno aiutato ad accorciare le distanze, al 28% manca la possibilità di comunicare vis-à-vis con i propri colleghi.

 

Chi in questo periodo ha fatto il pieno di conference call, meeting, chat, caffè virtuali, persino per l’aperitivo del weekend, non ha dubbi: non c’è niente che possa eguagliare lo scambio di chiacchiere con i colleghi davanti alla macchinetta del caffè. 
Gli intervistati sottolineano come la ritualità dell’ufficio sia un equilibrio composto soprattutto di piccole cose e la maggior parte dei lavoratori non vede l’ora di poter ritrovare un po’ di quella routine di incontri che tanto volevamo abbandonare.

Ma quindi… tornerà tutto come prima? Sicuramente no. Sicuramente lo smart working ci lascia in eredità due cose preziose: l’insegnamento che cambiare si può e la possibilità di scegliere il modo più efficiente di fare le cose. Ecco quindi che potremo tornare ad incontrare i nostri colleghi davanti alla macchinetta del caffè…. ma a giuste dosi!

Published On: Agosto 7th, 2020 / Categories: News da smeup /

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