Quando si affrontano progetti di integrazione con i dati di campo è necessario avere bene in mente quali sono i passaggi fondamentali attraverso i quali, tale progetto, arriverà a dare i risultati sperati.

Negli ultimi anni, anche grazie al concetto di Industria 4.0, c’è stato un forte slancio nell’avvicinamento di due mondi che, fino a non molto tempo fa, erano spesso stati separati:

  • i reparti di produzione
  • i software di gestione o analisi dei dati

Una maggiore comprensione dei vantaggi portati dall’integrazione, unitamente all’evoluzione tecnologica, ha visto l’inizio di molti progetti di integrazione.

Come tutti i progetti, però, anche questi devono presentare uno schema preciso al quale, tutte le parti in causa, devono attenersi. Si, perché gli attori coinvolti, dal punto di vista tecnico sono, o dovrebbero essere, almeno tre:

  • Il personale tecnico

Figure con profonde conoscenze della parte meccanica del processo, (quindi delle macchine che desideriamo collegare) e che hanno la possibilità di programmare le logiche di funzionamento e i PLC.

  • I programmatori

Coloro i quali gestiscono la programmazione e l’implementazione del software utilizzato dall’utente; dal software di analisi al sistema informativo. Questi software rappresentano il punto di arrivo dei dati di campo, ovvero il luogo dove le informazioni raccolte acquisiranno un valore perché correlate con altre.

  • Reparto di integrazione

In smeup, il reparto di Industrial IoT si occupa proprio di questo. Queste figure, il cui scopo è mettere in comunicazione tra loro le prime due, hanno competenze in ambito “macchine e plc” da un lato e di programmazione e software di alto livello dall’altro.

Delineati i personaggi che prenderanno parte alla storia, vediamo ora come questa dovrebbero nascere e procedere i progetti di integrazione.

La necessità è la molla che deve far scattare il tutto.

Cosa abbiamo bisogno, esattamente?

Perché vogliamo collegare le nostre macchine?

Quale obiettivo pensiamo di raggiungere?

Naturalmente queste sono solo alcune delle domande che dovremmo porci.

Ma perché è così importante partire dalle necessità? Semplicemente perché, avendo ben chiaro il punto di arrivo, sarà molto più facile definire i progetti di integrazione con chiarezza.

Volendo fare un esempio, ipotizziamo di voler conoscere, per poi abbatterli, i tempi di inattività di un reparto produttivo.

Questo ci porta alla seconda fase: l’analisi.

Una volta chiariti quali sono gli obiettivi, bisognerà redigere un elenco dei punti che riteniamo indispensabili per il raggiungimento dell’obiettivo.

Quindi, seguendo il nostro esempio:

  • Stato di attività della macchina (Ferma/in lavorazione)
  • Causale di fermo

Ma non basta; sarà anche necessario definire COME questi dati verranno trattati, dal nostro software, una volta raccolti.

A questo punto inizia l’implementazione del progetto.
Con le linee guida ben definite, siamo pronti a far entrare in gioco le altre figure, partendo dal personale tecnico.

L’aver definito a priori quali informazioni vorremo raccogliere dalle macchine di produzione, sarà fondamentale per mettere in condizione chi ce le fornirà di fare un lavoro corretto.

Questo perché il tecnico non ha nessuna idea di cosa noi vogliamo ottenere e, soprattutto con le macchine di nuova costruzione, il rischio di vedersi arrivare una montagna di dati (inutili ai nostri scopi) rischia di creare una confusione nella quale sarà facile perdersi.

Poi sarà il turno dei programmatori: questi dovranno preparare le procedure che gestiranno i dati in arrivo dal campo.

Tornando al nostro esempio, tali procedure potrebbero farsi carico di creare della reportistica che ci indicherà come le causali di fermo vengono spalmate sui tempi di inattività. Oppure creare sinottici che, in tempo reale, ci mostrino quali macchine siano in funzione e quali no.

A questo punto tocca a chi si occuperà dell’integrazione vera e propria, ovvero al reparto di integrazione. Queste figure si occuperanno degli aspetti tecnici in entrambe le direzioni.

Con i tecnici definiranno attraverso quali protocolli industriali i dati verranno resi disponibili e con i programmatori decideranno quali interfacce software implementare affinché i programmi possano mandare e ricevere le informazioni da e verso il campo.

Abbiamo cercato di sintetizzare al massimo un esempio di progetto, per enfatizzare l’importanza della divisione delle competenze e sottolineare le criticità che, la sua mancanza, potrebbe portare.

Published On: Ottobre 6th, 2019 / Categories: IOT / Tags: , , /

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