L’emergenza Coronavirus ci ha costretti al distanziamento sociale e al cosiddetto “lockdown”, che ha determinato la sospensione di moltissime delle nostre attività quotidiane, tra cui anche il lavoro. Molte aziende hanno infatti dovuto sospendere in toto la propria attività, mentre altre sono riuscite a mantenere una continuità operativa grazie alla modalità del lavoro da remoto.
Cos’è successo nell’ambito delle ricerche di lavoro e delle assunzioni? Una ricerca svolta da Linkedin mostra un drastico cambiamento in questo periodo di lockdown. Gli effetti del Coronavirus non hanno tardato a farsi sentire. Primo Paese a risentire degli effetti del Covid-19 sul piano occupazionale è stata la Cina dove i tassi di assunzione sono letteralmente crollati del 45% rispetto al 2019, già a partire da un paio di settimane di distanza dall’attuazione delle misure restrittive prese per contrastare la diffusione dell’epidemia.
Secondo Paese in cui l’occupazione ha risentito delle misure contrasto al Covid-19 è stata l’Italia, duramente colpita sul piano sanitario e chiusa in un periodo di lockdown di quasi due mesi.
Anche in Italia, così come è avvenuto in Cina, le assunzioni sono drasticamente diminuite a partire dell’adozione delle misure restrittive, con un calo rispetto all’anno precedente del 40%. Questo dato ha un peso anche maggiore se andiamo a considerare che il Paese partiva da un tasso di disoccupazione del 9,8%.
Nella stessa direzione stanno purtroppo andando anche altri Paesi non solo europei ma anche Oltreoceano, come l’America.
In Europa, in particolar modo in Francia e in Regno Unito, la ricerca Linkedin ha già registrato un’inversione di tendenza dei dati occupazionali, che prima dell’epidemia mostravano segnali molto positivi, con un indice di disoccupazione dell’8% per la Francia e un record occupazionale per il regno Unito.
Gli Stati Uniti registrano gli effetti negativi dell’emergenza Coronavirus con un aumento esponenziale delle richieste di disoccupazione, che a poche settimane dall’inizio del lockdown erano state presentate già da 3,2 milioni di persone.
Lo studio di Linkedin percepisce tuttavia alcuni segnali di ripresa a partire proprio dalla Cina, dove le assunzioni hanno ripreso ad aumentare dopo la recente riapertura e ripartenza delle attività lavorative, sebbene siano ancora in negativo del 26% rispetto al 2019.
Un segnale positivo è stato lanciato anche nel Regno Unito, dove alcune imprese hanno assunto personale all’interno del settore della logistica, delle consegne a domicilio o ancora di supermercati. L’ipotesi che con la riapertura delle attività lavorative possa verificarsi un’inversione di tendenza sul piano occupazionale è quindi una possibilità concreta.
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