Dopo il primo momento di lockdown, che per molte aziende ha implicato un salto drastico e per certi versi un po’ traumatico verso lo smart working, il lavoro agile sta mostrando i suoi aspetti positivi anche per le aziende che erano restie all’adozione di questa modalità. Quali sono le dinamiche lavorative che sono cambiate in questo periodo? Cambieremo completamente le nostre abitudini lavorative quando torneremo alla normalità? Il collega Angelo De Bari, Sales Account del Gruppo Sme.UP, ci racconta il suo punto di vista.

Come hai vissuto questa prima fase di smart working?

Come Sales Account la mia attività di smart working era già iniziata prima del Coronavirus, perché proprio per la tipologia di attività che svolgo mi è capitato spesso di lavorare da clienti o da casa o altri luoghi che non fossero necessariamente l’ufficio, quindi per me il passaggio a questa fase di smart working non è stato in nessun modo traumatico proprio perché era un approccio a cui mi ero già avvicinato.Il passaggio è stato abbastanza naturale. Un aspetto molto positivo è il fatto che Sme.UP avesse già implementato anche dei sistemi e degli strumenti che consentissero il lavoro in smart working, che ha permesso un’attivazione assolutamente agevole del lavoro da remoto: dal punto di vista degli strumenti disponevamo già di tutto ciò che ci serviva e non abbiamo dovuto imparare nulla se non l’utilizzo al massimo dei tools che avevamo a disposizione.

Cos’è cambiato con il lavoro da remoto?

Sia dal punto di vista tecnico che operativo, la condivisione del dato e l’utilizzo delle cartelle condivise era un metodo di lavoro a cui ci eravamo già avvicinati. Non c’è stato quindi un passaggio da una modalità lavorativa a un’altra ma piuttosto un tempo maggiore trascorso in modalità remota e un maggiore utilizzo degli strumenti di collaborazione.

L’unico passaggio diverso è stato la modalità di interazione con le figure con cui eravamo soliti interloquire. È cambiata la gestione dei rapporti con i clienti. La collaborazione con i colleghi non è cambiata, invece con i clienti c’è stato un cambiamento nelle modalità lavorative perché prima passavamo molto tempo fisicamente presso di loro. Io sono una persona empatica, quindi credo che soprattutto per il ruolo che ricopro, l’aspetto delle modalità di interazione con il cliente sia molto importante. L’aver trasferito tutte le relazioni con i referenti su strumenti di videoconferenza mi ha imposto necessariamente di rivedere il mio modo di approcciare al rapporto con i clienti e alle modalità di vendita. Cambiando le modalità e gli strumenti, cambia anche il modo di comunicare con le persone. Il vero cambiamento per me è stato questo.

Come smeup ICS siamo riusciti a mantenere supporto per i clienti lato infrastruttura, Cloud e Sicurezza? Le loro esigenze sono cambiate?

Siamo riusciti a garantire sempre il supporto ai nostri clienti durante questa emergenza, non c’è mai stata discontinuità in questo senso. Questo un po’ perché ormai molte attività di supporto sistemistico ma anche delle installazioni venivano già effettuate da remoto, quindi al netto delle attività che devono necessariamente essere svolte fisicamente perché prevedono l’installazione di oggetti fisici o altro, per il resto le attività di migrazione e di sistema erano già avviate su questa modalità. Quindi anche sotto questo punto di vista i clienti non hanno percepito molte differenze nelle modalità di fruizione del servizio.

In questo periodo per i clienti ci sono state due fasi. La prima è stata il primo momento di lockdown, che ha letteralmente catapultato molte aziende verso la necessità di attivare lo smart working, che implica una serie di problematiche e processi che vanno affrontati con una serie di metodi e strumenti differenti da quelli a cui eravamo abituati con il lavoro più tradizionale. Quindi in questa prima fase i clienti si sono concentrati su come risolvere in tempi molto brevi un problema oggettivo che avrebbe altrimenti interrotto la continuità operativa delle loro aziende. In questa fase ci siamo quindi preoccupati offrire ai clienti delle soluzioni che fossero implementabili nel giro di qualche ora e che permettesse ai clienti di riprendere subito a lavorare, da remoto.

La seconda fase, quella di oggi, vede i clienti percepire i benefici di lavorare con strumenti di smart working, pensano di farlo in maniera più strutturata, hanno però anche percepito il problema che il lavoro smart inevitabilmente si porta dietro, ovvero quello della sicurezza, perché lo smart working implica comunque la delocalizzazione dei dati, quindi risolta la contingenza di riprendere il lavoro, oggi si pone maggiore attenzione a come lavorare meglio e come farlo in maniera più sicura.

Pensi che cambieranno le nostre abitudini lavorative quando potremo tornare in ufficio? Cosa ci ha insegnato questo periodo di smart working?

Io credo che quello che stiamo imparando è che è possibile lavorare in maniera smart, non solo dalla propria abitazione ma potenzialmente da qualsiasi luogo. Quindi il concetto di essere fisicamente in sede di lavoro non è più una necessità primaria, ma non è da mio punto di vista sostituibile, perché ci sono delle situazioni in cui comunque le persone hanno bisogno di vedersi e di trasmettere empatia; anche lo stesso lavoro in team abbiamo visto che può essere svolto attraverso gli strumenti di collaborazione digitale, ma anche in questo caso ci sono momenti che richiedono un’interazione fisica. La nostra natura resta sempre quella di essere sociali. Questo quindi non significa che torneremo esattamente alle abitudini di prima, ma non saremo, a mio avviso, persone che lavoreranno totalmente da remoto.

In questo periodo abbiamo imparato ad utilizzare degli strumenti differenti e a mettere in pratica delle modalità lavorative diverse, ma soprattutto stiamo imparando ad acquisire maggiore autonomia nello scegliere quali modalità sono più adatte allo svolgimento di ogni attività, per cui sfruttare maggiormente una modalità piuttosto che un’altra. L’aspetto chiave dello smart working è proprio il fatto della responsabilizzazione delle persone.

Lo smart working conferisce alle aziende e alle persone il beneficio di lavorare meglio, perché la scelta flessibile del luogo di lavoro e la flessibilità di orari e strumenti consente di evitare distrazioni. Sicuramente da questo punto di vista lo smart working è favorisce maggiore produttiva ed efficienza.

Published On: Maggio 21st, 2020 / Categories: News da smeup /

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