Albert Einstein diceva che in mezzo alle difficoltà si nascondono le opportunità. 

Ma come riuscire a vedere le opportunità se la nostra mente è intrappolata?

Sebbene non possiamo scegliere di evitare completamente lo stress, l’imprevedibilità, la complessità, l’ambiguità e la volatilità associati al periodo di crisi sanitaria che stiamo vivendo, il modo in cui inquadriamo gli eventi può aiutarci a determinarne l’impatto finale.

Gli antichi storici insegnavano che la maggior parte delle situazioni rientrano in una delle due categorie: quelle che dipendono da noi e quelle sulle quali non abbiamo alcun controllo.

Ad esempio, non abbiamo alcun controllo sul tempo atmosferico ma siamo in grado di adottare misure efficaci per limitare la nostra esposizione alle intemperie indossando guanti, mettendo la crema solare o usando un ombrello.
Allo stesso modo non possiamo controllare gli stati d’animo o gli atteggiamenti degli altri ma possiamo controllare la nostra interpretazione al loro comportamento controllando di conseguenza le nostre reazioni emotive.

La saggezza di comprendere la differenza tra le cose che controlliamo e le cose che non controlliamo è la base della libertà personale. Accettare ciò che non possiamo controllare e assumerci la responsabilità della nostra risposta a persone e situazioni sfidanti ci aiuta a sviluppare l‘antifragilità. 

Meglio essere imprese resilienti o imprese antifragili?

Nella fisica dei materiali, la resilienza è definita come la “capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi”; lo stesso termine, nella psicologia, assume un altro significato ossia  “la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà”.

A differenza del termine antifragile, Il termine resiliente compare nel dizionario con la definizione  “ritornare alla forma o alla posizione originale dopo essere stati piegati, compressi o allungati”. L’impresa resiliente resiste alle perturbazioni, supera la difficoltà, ma rimane sostanzialmente identica a se stesso.
In una qualche misura è una buona cosa: i sistemi, le persone e le
imprese resilienti sono brave a mantenere il loro funzionamento originario o tornare alle loro precedenti condizioni se disturbati.

Un’impresa antifragile, invece, abbraccia l‘imprevisto e l’incertezza, subisce l’evento traumatico, lo fa proprio, ne assume positivamente il rischio e lo sfrutta per migliorare.

Per essere in grado di capire il concetto di antifragilità bisogna partire dal suo opposto, ossia dalla fragilità. Un’impresa fragile è continuamente esposta a rischi che possono distruggerla o danneggiarla e per proteggerla in genere si mettono in atto comportamenti o modifiche per renderla più robusta senza liberarla però dal pericolo della rottura. 

Nel dizionario non compare la parola “Antifragile”, è infatti un termine coniato dall’autore e studioso di probabilità e rischio Nassim Nicholas Taleb che, in cerca di un termine appropriato per descrivere la capacità di migliorare con lo stress piuttosto che limitarsi a resistere, esaminò tutte le lingue del mondo. Il filosofo dichiarò che la maggior parte delle cose e delle persone, possono essere descritte come fragili, resilienti o antifragili, a seconda di come rispondono alle interruzioni e all’imprevedibilità. 

Antifragilità: migliorare con lo stress è possibile

Sebbene le persone e gli oggetti fragili siano facilmente danneggiabili da circostanze e stress imprevisti, e quelli che resistono a fattori di stress esterni siano robusti o resilienti, alcuni trascendono la volatilità e migliorano sotto stress diventando antifragili.

Un esempio di qualcosa che migliora con lo stress è il corpo umano che con l’esercizio fisico diventa più forte migliorando le sue prestazioni e diventando meno incline alle malattie .Allo stesso modo, il processo di apprendimento del camminare implica imparare a camminare fallendo e cadendo ripetutamente ma imparando e traendo vantaggio da ogni tentativo fallito e utilizzando questa esperienza per diventare più forti e indipendenti.

Lo stesso vale per la mente.
Il principio di antifragilità si basa sull’evoluzione della resilienza e sull’aumento delle proprie capacità in seguito a stress e fallimenti.

Economia dell’Impresa antifragile: un nuovo step verso il futuro 

La storia è disseminata di persone di successo che provengono da ambienti difficili.
Le avversità si presentano in molte forme, ma un filo conduttore comune è che dovremmo cercare tutti un positivo da un negativo.

In ambiente economico si parlerà di resilienza organizzativa cioè della capacità di anticipare, rispondere prontamente e adattarsi a cambiamento e interruzioni improvvise, per sopravvivere e prosperare. Sapendo avvantaggiarsi dei momenti di incertezza e difficoltà, non solo per resistere ma anche per migliorare, non parleremo più di resilienza ma di antifragilità.

L’impresa sarà resiliente se in grado di sopportare uno stress che non superi un certo limite di intensità e di tempo, sarà antifragile se, oltre a sopportare un alto livello di stress, sarà in grado superarlo e trarne un insegnamento diventando più forte.

E grazie a questi fallimenti imparerà nuovi percorsi.

Per le start-up ad esempio, nell’incertezza di questo periodo storico, essere antifragili è conditio sine qua non perché sono molto reattive e si muovono con disinvoltura.

Gli Stati Uniti hanno una cultura di gran lunga maggiore della nostra sul significato di antifragile: sono un luogo in cui ricominciare da capo non solo è accettato ma addirittura incoraggiato, dove il fallimento non è stigmatizzato ma è immaginato come una possibile via d’accesso al successo futuro.

Dall’osservazione delle ultime crisi finanziarie osserviamo che le organizzazioni che sono riuscite a emergere più forti hanno avuto fondamentalmente due tipi di approccio: quelle che avevano messo da parte risorse, avevano abbattuto i costi e atteso il momento giusto per partire e quelle che oltre ad aver resistito alla crisi erano riuscite a sfruttare il momento per uscire dalla crisi più forti dei loro competitor.

Ciò che accomunava le organizzazioni uscite vincenti dalla crisi, era il pensiero che in situazioni di incertezza e di caos è meglio agire rischiando di sbagliare piuttosto che restare inermi a guardare. 

“Trial and Error”: promuovere la cultura dell’errore nelle imprese antifragili

Errore inteso come learning point per apprendere la lezione e migliorare la ripartenza.

Per le imprese antifragili seguire le proprie intuizioni, commettere piccoli errori, prendersi dei piccoli rischi e fare dei tentativi è finalizzato a evitarne di più grandi e distruttivi sfruttandoli a proprio favore e ricevendo in cambio cospicui vantaggi.

L’impresa antifragile non teme il fallimento

“Ciò che non ti uccide, ti fortifica” recita un vecchio proverbio.

Il rischio d’impresa dipende da eventi inattesi dai quali si possono trarre profitti o perdite ed è per questo che per le organizzazioni è facilmente collegabile al concetto di fragilità.

I rischi d’impresa, di qualunque natura essi siano – finanziari, strategici, operativi… – possono essere calcolati ma non vanno abbattuti perchè da essi potrebbero scaturire anche elementi favorevoli per la crescita dell’impresa.

Un’impresa antifragile è amministrata da persone con grande intuito, leadership e un mindset creativo; è dotata di una struttura produttiva ed organizzativa flessibile; investe nella formazione dei propri collaboratori e nella tecnologia, è in grado di rendere customizzabili i suoi prodotti/servizi ed è veloce nelle tempistiche di distribuzione.

Impresa antifragile e Innovazione

Di fronte a un evento esterno persone e organizzazioni tendono ad avere una reazione superiore alle effettive necessità creando una provvista emotiva che diventa la molla per fare cose nuove (rinnovare e innovare).

Per questo è interessante il rapporto tra antifragilità e innovazione.

L’impresa antifragile a fronte di uno stress violento è in grado di migliorare e acquisire nuove capacità.
Le
imprese antifragili con una forte cultura dell’innovazione hanno riscoperto la generosità di fare business e spingono sulla gestione dell’azienda in maniera non gerarchica, puntano a dare valore alle persone e a tollerare errori se non addirittura a incoraggiarli.

Una società più imprenditoriale e digitale ha bisogno di digital leader coraggiosi, capaci di sbagliare e di avere processi mentali talmente veloci da comprenderne immediatamente l’errore e convertirlo all’istante in opportunità.
Leader, appunto, antifragili.

Imprese antifragili nell’emergenza: esempi di antifragilità

Che, parafrasando l’inno del Liverpool, viaggiano al ritmo del “You’ll never work alone”.

In questo periodo non sono certo mancati esempi positivi di imprese antifragili che non solo hanno tentato di resistere ai colpi, ma hanno provato ad abbracciare il cambiamento e l’incertezza, a utilizzare questo momento per seminare, riflettere, organizzarsi e riorganizzarsi, imparando a navigare nella tempesta e prosperando in essa.

L’idea dell’ingegnere bresciano Cristian Fracassi di Isinnova ad esempio, che insieme a Fablab ha trasformato la maschera da sub della Decathlon in un respiratore anti-covid aggiungendo una valvola realizzata con la stampante 3d. (ne è nato anche il libro “Tutto d’un fiato” scritto dall’Avv. Federico Vincenzi).

O il piccolo negozio di frutta e verdura sotto casa che ha creato un rudimentale e-commerce e si è organizzato per fare le consegne a domicilio.

Piccole sartorie convertite in fabbriche di camici e mascherine;
distributori automatici di panini, insalate, yogurt  che sono stati posizionati all’interno dei condomini per venire incontro alle esigenze degli inquilini, soprattutto anziani, che non potevano uscire di casa.

E ancora, webinar e corsi in e-learning gratuiti di qualunque tipo che hanno invaso il web per aiutare chi avesse avuto voglia di imparare, formarsi e riqualificarsi per presentarsi al mercato con nuove skill.

Il coronavirus ha messo in luce l’importanza di costruire relazioni umane e professionali di qualità.

Durante l’emergenza le organizzazioni hanno avuto una grande opportunità, quella di adottare un approccio fondato sulla comunicazione diretta e trasparente ai propri dipendenti.

Imprese antifragili con pensieri e gesti antifragili

Un’impresa antifragile non è figlia dell’improvvisazione ma di un pensiero antifragile, non si costruisce in un giorno ma va coltivata e strutturata nel tempo.

Le più grandi evoluzioni sono avvenute proprio in momenti di grandi avversità come questi in cui con piccoli gesti e piccoli passi, non sono certo mancate le opportunità di risvegliare risorse interne assopite e facendo luce sui lati nascosti del nostro potenziale.

Se, nella nostra quotidianità, iniziamo ad introdurre volontariamente piccole dosi di antifragilità possiamo migliorare la nostra vita e iniziare a vedere intorno a noi opzioni che prima erano invisibili.

Charles Darwin ci ricorda che: ”Non è la più forte delle specie a sopravvivere, né la più intelligente bensì quella più responsiva al cambiamento. Nella lotta per la sopravvivenza, i più adatti vincono alle spese dei propri rivali perché hanno avuto successo nell’adattarsi al meglio all’ambiente”.

Published On: Dicembre 7th, 2020 / Categories: News da smeup / Tags: , /

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