Lo smart working è uno dei temi di discussione principale di questo periodo. Sicuramente ha tanti pregi, ma anche qualche difetto. Quali? Lo abbiamo chiesto ad Andrea Fabris, Sales Account del Gruppo Sme.UP.
Com’è stato lavorare in Smart working in questo periodo di lockdown?
Lavorare in smart working è stata senz’altro un’esperienza positiva, di cui fare tesoro.
Quando l’azienda ci ha comunicato che avremmo dovuto lavorare secondo questa modalità ero abbastanza preoccupato in quanto pensavo che avrei avuto lavoro al massimo per due o tre settimane. In realtà non è stato così, anzi.
Quali sono a tuo parere i pregi dello smart working?
Tra i pregi dello smart working a mio avviso c’è quello di ridurre di molto i tempi morti tipici del lavoro in presenza. Pensiamo solo al tempo guadagnato per il fatto di non dover fare gli spostamenti presso i clienti o anche ai tipici ritardi quando si organizzano le riunioni interne con i colleghi: c’è sempre qualcuno che deve finire una cosa urgentissima quindi tutti lo devono aspettare. In smart working si organizza un meeting in videoconferenza alla determinata ora e tutti si collegano puntuali!
Difetti?
Il difetto più grosso dello smart working è chiaramente la mancanza del contatto umano. Soprattutto per chi ha un ruolo di natura commerciale è fondamentale creare empatia con il proprio interlocutore. Non dico che sia impossibile, ma sicuramente è più facile ottenere questo risultato in presenza.
Inoltre “non vivendo” la sede c’è il rischio di perdere quel senso di appartenenza -potremmo definirlo senso di squadra – che è invece fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi, specialmente in un contesto lavorativo come quello in cui noi operiamo, dove per ottenere un risultato positivo è necessario l’intervento di più attori.
Come siamo riusciti a lavorare in questo periodo? Come sarà secondo te la Fase 2?
Lavorare in smart working è una modalità adatta per seguire il parco clienti, ed infatti è quello che abbiamo fatto, sicuramente con i colleghi del delivery – che si sono collegati da remoto – ma anche la funzione commerciale ha continuato a svolgere il ruolo di primo punto di riferimento per il cliente.
Va un po’ meno bene quando si deve per lavorare su un prospect. E’ vero che è possibile organizzare demo remote utilizzando le opportune applicazioni, e le presentazioni sono spesso efficaci tanto quanto quelle eseguite in presenza. Però chiudere una trattativa serrata in videoconferenza temo sia veramente complicato!
Spero che nella Fase 2 ci sia una maggiore possibilità di spostarsi per visitare le aziende, per poter innescare nuove opportunità. Pur mantenendo un equilibrio tra lavoro in ufficio e lavoro smart.
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