Smart working: uno dei temi più discussi in questo periodo. Eravamo tutti molto scettici all’inizio, ma ora c’è già chi dice che non potrà più farne a meno. Quali sono pro e contro di questa nuova modalità lavorativa? Lo abbiamo chiesto a Domenico Signorini, Sales Account del Gruppo Sme.UP. 

Com’è stato lavorare in smart working?

Diciamo che è una condizione “diversa” dal mio uso abituale, ma ci si può e ci si deve adattare perché sarà parte della nostra attività lavorativa di domani.

Il primo tema da affrontare è lo spazio, ho dovuto cercare una stanza “virtuale” e non sempre sembrava simile ad un ufficio, poi ho cercato di pianificare degli appuntamenti fissi sia con colleghi e sia con clienti. Ad esempio il Video-caffè del dopo pranzo, la Video pillola di business delle 10.00, il Video-debriefing della sera. Non mi sono preoccupato di essere un po’ spettinato, con barba incolta e vestito super casual, l’importante è stato comunicare, cogliere e ricevere esigenze ed infine creare empatia con gli interlocutori. Si rischia di lavorare un po’ di più e questo fa bene, si rischia di mangiare un po’ di più e questo fa male.

Secondo te siamo riusciti a fornire adeguato supporto ai clienti in questo periodo?

La nostra azienda è abituata ad agire da remoto; avendo noi 14 sedi ci risulta naturale gestire in video conferenza molti meeting.

Il Cliente ha, quindi, trovato una organizzazione in grado di gestire le sue necessità e monitorare i suoi sistemi, evitando qualsiasi disservizio. Non sempre il Cliente ha avuto la medesima capacità di adattamento e quindi è stato, a volte, necessario un’intesa sullo strumento da utilizzare e anche una fasatura sulle modalità di comunicazione. Il Cliente si è sentito, comunque, sempre aiutato e supportato nella relazione a distanza.

Pregi e difetti dello smart working?

La velocità di reazione è impagabile ed unire in una chat attori distribuiti sul territorio, a costo zero, un elemento irrinunciabile. Farà parte della nostra nuova modalità di lavoro, per i pregi che manifesta. Ritengo lo smart working utile ed indispensabile per svolgere l’attività sia di emergenza e sia di assistenza applicativa e commerciale. Trovo possa essere solo una modalità di supporto e non di creazione di valore.

Qualche volta la connettività non è stata di supporto ai contenuti trasmessi ed ha inficiato il risultato. Forse, per abitudine, manca la comunicazione non verbale tra le persone. Il tema di gestione dell’obiettivo e di condivisione del metodo è alla base del successo di tale modalità di lavoro, quindi è necessario attenersi ad alcune regole prima di gestire l’attività di smart working.

Cosa abbiamo imparato dallo smart working?

Abbiamo imparato ad essere reperibili e ad organizzarci nell’arco dell’intera settimana. Non c’è alcuna differenza tra lunedì e domenica, strano a dirsi, ma l’orologio non è indispensabile.
Abbiamo anche imparato ad essere efficaci nella comunicazione e a praticare uno stile di relazione che tenda all’ascolto e all’essere sintetici. 

Come immagini la vita lavorativa futura?

Ritengo importante sfruttare i vantaggi dello smart working. Tempestività e capacità di gestire la relazione con il cliente/collega a prescindere dalla rispettiva distanza, saranno ingredienti nella nostra nuova settimana lavorativa. Mi immagino una o due giornate , in base alle necessità e alla condizioni, dedicate allo smart working, così come le altre presso i Clienti per poter condividere di persona obiettivi e sensazioni trasmesse dalla squadra di lavoro; nessuna tecnologia potrà mai sostituire le relazioni sociali.

Published On: Giugno 7th, 2020 / Categories: News da smeup / Tags: , , , , /

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