[vc_btn title=”Leggi qui l’articolo completo” color=”juicy-pink” link=”url:https%3A%2F%2Fwww.smeup.com%2Fwp-content%2Fuploads%2F2020%2F07%2FRM_SpecAziendeEccellenza_SMEUP25LUG-1.pdf|||”][vc_column_text]25 luglio 2020- Gruppo Sme.UP all’interno dello speciale “Imprese di eccellenza” dell’edizione di Milano de La Repubblica.

Quando ripartenza fa rima con formazione

Prima di puntare sull’innovazione bisogna investire sulle competenze dei lavoratori, di oggi e di domani: è questo il pensiero di Silvano Lancini.

La situazione d’emergenza creatasi con la pandemia ha messo a dura prova il tessuto produttivo. Molte organizzazioni han-no saputo resistere, ma la vera sfida arriverà a breve, quando si vedranno i risultati effettivi della ripartenza. Nell’attesa però è importante non rimanere fermi, assumendo piuttosto un atteggiamento attivo e una visione imprenditoriale di medio o lungo periodo. Gli imprenditori devono instaurare, all’interno dell’azienda e del team, il pensiero che questo tempo “morto” sia da sfruttare per riflettere su come investire sull’innovazione. Innovazione che non si traduce nell’acquisto di software e macchinari sempre più all’avanguardia, ma nella formazione e nell’ingegno delle risorse umane. A dirlo è Silvano Lancini, matematico e imprenditore illuminato alla direzione di Sme.Up, che si occupa di trasformazione digitale per le imprese.

Agire con lungimiranza

L’idea di partenza è quella di intraprendere azioni che facilitino l’apprendimento e l’aggiornamento: più in generale, la cultura. Investire nell’acquisto di mille tablet, per esempio, da regalare alle scuole delle province, rappresenterebbe uno sforzo minimo e sostenibile per un’azienda dalla posizione finanziaria solida, con un ritorno certamente maggiore rispetto a un’iniziativa di marketing per promuovere l’impresa con gadget brandizzati che vengono dimenticati in cantina. Si tratta di agevolare l’accesso alla cultura per i ragazzi che nel prossimo futuro entreranno a far parte e porteranno avanti le nostre aziende.

Chi è in cassa integrazione, come ricorda Lancini, dovrebbe essere incentivato a utilizzare il tempo che non si può dedicare al lavoro alla formazione e allo studio. Il momento di calo del carico di lavoro dovrebbe essere l’occasione irripetibile per innalzare il livello di cultura tra i cittadini e i lavoratori.

In questo caso, le imprese come Sme.Up hanno anche l’opportunità di rendersi attive e facilitatrici in questo processo, mettendo a disposizione, per esempio, gli spazi aziendali come aule di formazione, già dotate di strumenti informatici e connettività veloce. Anche per chi frequenta istituti e università, o per i ragazzi che, non avendo a disposizione una connessione internet adeguata, una stanza indisturbata, o che devono condividere il computer tra fratelli, si trovano impossibilitati a seguire le lezioni e i corsi da casa.

Serve invertire il meccanismo, sfruttando le competenze di chi rimane a casa in cassa integrazione per impartirle ad altri. Uno qualsiasi di questi gesti, specialmente per i ragazzi, deve essere fatto all’interno di una logica di interesse lungimirante, per contribuire a plasmare (e accaparrarsi) i talenti di domani. I giovani, come sostiene Silvano Lancini, percepiscono il disinteresse delle aziende nei confronti della loro formazione ed è per questo che vanno all’estero. In un momento tanto delicato, la responsabilità degli imprenditori verso la crisi economica è pari a quella dei medici verso la crisi sanitaria. La “borghesia produttiva”, secondo Lancini, deve prendersi sulle spalle il peso del benessere economico di chi non ha la forza di sostenerlo.

Published On: Luglio 27th, 2020 / Categories: News da smeup /

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