La Business Intelligence è una disciplina che, attraverso l’uso di soluzioni software, consente a chi in azienda deve decidere di analizzare e capire le informazioni racchiuse nei dati presenti nei vari sistemi informativi e quindi di prendere la miglior decisione di business in quel momento.

Questa definizione risale ai primi anni 2000 ma è tuttora valida. Negli anni è migliorata la tecnologia, sono state introdotte nuove funzionalità, nuovi tools, nuovi metodi di fruizione ma il risultato è sempre lo stesso: dare al decisore aziendale la possibilità di decidere sulla base di “evidenze”.

Qualcuno, allora, l’ha definita in modo semplice ma veritiero “La statistica per i NON statistici” e questo si spiega col fatto che non erano richieste particolari competenze statistiche ma semplici concetti di gestione aziendale. Col tempo però sono subentrati nuovi elementi che ne hanno cambiato e ne continuano a cambiare il posizionamento nel panorama del software per le aziende.

Nel 2015 la Business Intelligence e gli Analytics sono cresciuti dell’11% rispetto al 2014, rappresentando la priorità di investimento per i CIO ed il 2016 si presenta sotto buoni auspici.
Secondo studi di mercato, le principali tendenze del 2016 sono:

1- Accesso Mobile

Per chi utilizza dati, la mobilità sta diventando sempre più cruciale. Ecco perché poter analizzare dati su molteplici dispositivi acquisirà sempre più importanza. La maggior parte degli utenti di BI analizzano i dati utilizzando più devices (Dual Screen Approach);

2- Data Discovery

A differenza della BI guidata, costituita da report predefiniti per tutti gli utenti dell’azienda, sta acquisendo sempre più importanza la navigazione visuale nella quale l’utente potrà muoversi in modalità self-service. Si passa, quindi, da una BI quasi “somministrata e imposta” ad una BI “personale e scelta” dall’utente;

3- Diffusione dell’uso della BI oltre l’azienda

Il passaggio successivo è l’utilizzo della BI a livello personale. Gli utenti stanno passando dal ruolo di semplici consumatori di informazioni a quello di generatori di dati. Questa proattività si traduce nell’interesse ad analizzare non solo i dati appartenenti alla vita lavorativa, ma anche quelli inerenti alla vita privata. Questo consentirà una crescita delle competenze individuali che potranno colmare la domanda di figure di Data Analyst e Data Scientist che il mercato già oggi richiede;

4- Story telling

Nel 2016, gli utenti utilizzeranno lo storytelling interattivo per dare le informazioni in modo più immediato e più collaborativo, condividendo attraverso una sequenza di informazioni un qualcosa che si vuole analizzare con altri utenti. Chi collabora potrà agire istantaneamente non appena nasce una domanda o viene fornita una risposta;

5- Big Data

Nel 2015 il mercato dei Big Data (leggi di più sul mercato dei Big Data) è cresciuto del 34% anche se, in valore assoluto, rappresenta ancora una piccola parte del mercato della BI. Nel corso del 2016, però, i Big Data smetteranno di essere solo uno slogan. Questo sarà possibile grazie all’incremento, da parte delle aziende, di pratiche consolidate per l’analisi dei dati da delle sorgenti dati precedentemente escluse dall’area della BI (web, video, IoT). Il valore starà nella possibilità di unire dati di BI tradizionali – come ad esempio le transazioni finanziarie – con i Big Data. Integrare dati socio-demografici, comprati da società esterne che fanno analisi di mercato, coi propri dati interni e visualizzarli sulle mappe consentirà una decisione rapida minimizzando i rischi;

6- Analisi predittiva

Sempre più nel 2016 sarà richiesto alla BI di rispondere non solo al “Cosa è successo” e al “Cosa conviene fare” sulla base di analisi consuntive e di simulazioni what-if, ma dovrà anche rispondere alla domanda “Cosa è più probabile che succeda”. La risposta potrà solo venire dall’analisi dei trend sui dati raccolti, opportunamente incrociati con algoritmi predittivi che il prodotto di BI dovrà contenere.

Cosa fa il Gruppo Sme.UP? 

Sme.UP ha scelto la tecnologia Qlik per sviluppare soluzioni di BI. Qlik è un indiscusso leader di mercato. Gartner Group lo posiziona nel quadrante dei leader ormai da diversi anni, con un fattore di crescita a due digits anno su anno. Nel 2015 Qlik si è posizionato come piattaforma di Analytics, avendo aggiunto al tradizionale QlikView anche Qlik Sense.

L’approccio al progetto di Sme.UP  Il ruolo tradizionale del Consulente di BI è essenzialmente quello di interprete delle richieste del cliente in modo da tradurle in applicazioni fruibili dagli utenti. In questo è determinante la capacità del Consulente di capire “cosa serve alla singola azienda” e di tradurre le richieste in informazioni di sintesi.  A questo approccio “custom” è stato aggiunto un approccio “standard” basato sulla creazione di modelli, nei quali è stato fatto confluire il meglio delle esperienze fatte. In questo modo Sme.UP può presentarsi con un modello già pronto, personalizzabile solo laddove il cliente lo richiede, consentendo un notevole risparmio di tempo nell’implementazione del progetto stesso.

I nostri modelli di Business Intelligence

I modelli disponibili coprono tutte le aree dell’azienda: vendite, acquisti, produzione, logistica, magazzino, qualità, amministrazione finanza e controllo, personale etc. I settori su cui operiamo sono molteplici: manufacturing, distribution, retail, abbigliamento, pharma, food & beverage etc. I fattori di successo sono molteplici: la bontà del dato di partenza è fondamentale, ma se non c’è una sponsorship della Direzione dell’azienda cliente si rischia di fare un gran bel progetto che poi non viene usato.

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